Amanita boudieri

Cappello: 6-12 cm. prima emisferico poi pianeggiante, cuticola asciutta, bianca con tendenza a diventare giallastra, ricoperta da piccole verruche piramidali molto labili, appuntite e fitte al centro, appiattite e rade al bordo. Margine liscio, di solito frangiato di resti di velo parziale. Lamelle: libere o leggermente annesse, non molto fitte, bianche poi crema, presenza di lamellule disuguali e tronche, il filo è un po’ fioccoso nei giovani carpofori. Gambo: bianco, più o meno slanciato, sub cilindrico, terminante in un bulbo turbinato radicante. L’anello è fragile, fioccoso-farinoso, striato. La volva bianca, non membranosa, friabile, formante in alto tracce indistinte fioccose. Carne: bianca immutabile, sapore ed odore insignificanti. Spore: ellittiche-allungate 11-14 x 5-6 micron. Amiloidi. Habitat: in primavera, su terreno sabbioso con Quercia (Quercus suber, Q. coccifera), Ginepro (Juniperus oxycedrus, J. Phoenicea), macchia mediterranea, Pinus pinaster, P. pinea.

 

Note: nel medesimo habitat, troviamo L’ Amanita gracilior Bas & Honrubia, che macroscopicamente la differenziamo per avere un portamento più gracile, e l’anello persistente. Devo dire, che riguardo il portamento della gracilior, molto spesso, troviamo carpofori robusti quanto l’A. boudieri. Per una determinazione sicura, dobbiamo verificare al micro, se ci sono i giunti a fibbia; presenti in A. gracilior, ed assenti in A. boudieri . Ancora nel medesimo habitat, troviamo l’Amanita beillei (Beausigneur) M. Bon & M. Contu, che si differenzia per avere le lamelle rosate, come pure la sporata, e i giunti a fibbia sono assenti.

Commestibilità: Tutte queste Amanite devono essere considerate non commestibili.